Iniziamo questo capitolo con una curiosità: nel termine plum-cake troviamo la parola plum, dall’inglese prugna, senza che questo ingrediente sia però contenuto nella ricetta originale.
Questo perché un tempo, la parola plum in Inghilterra indicava uvetta e frutta essiccata in generale. Col passare degli anni, si è poi deciso di mantenere questo termine anche nel resto d’Europa.
Molteplici possono essere gli impasti di questo dolce, declinando da dolce a salato, dai vari ingredienti che possono comporlo o dalle consistenze che gli conferiamo.
Il nostro plum cake è diverso. Non è la classica versione, delicata e soffice. È una consistenza decisa che scaturisce sia dal processo di realizzazione che dagli ingredienti che lo compongono. Ingredienti semplici come burro, uova e zucchero che uniti alla frutta candita bagnata nel rum conferiscono quel sapore e profumo indimenticabile, come a ricordarci il passato e la bontà delle cose semplici.
La particolarità del nostro plum cake sta proprio nella durata, perché, pur non contenendo conservanti, se conservato bene può durare fino a due mesi.
La storia di questo prodotto nasce con mio nonno Cesare Biffi, già cuoco poi diventato maestro pasticcere e figura storica per chi negli anni ’70 viveva o frequentava Sorico (CO) e dintorni. Grande lavoratore non passava giorno senza che lui preparasse piatti e sfornasse dolci ai suoi clienti. La storia è poi proseguita con mio papà Antonio, è lui che arriva a perfezionare la ricetta e a renderla “la nostra ricetta”. Molti tentativi, aggiunte o sostituzioni di ingredienti, verifiche e prove di cottura hanno portato alla nascita del nostro plum cake.
Una fetta a colazione, come merenda o a fine pasto, ogni momento è quello giusto col “plunchè” Biffi.